Intervista allo Chef Lorenzo

Lorenzo, 27 anni e una grande passione per la cucina: Intervista esclusiva ad uno chef italiano a Busan.

Ciao, presentati ai nostri lettori!

Mi chiamo Lorenzo, sono nato a Roma, ho 27 anni e sono uno chef. Ho cominciato a lavorare all’età di 18 dopo aver preso la maturità linguistica concludendo l’ultimo anno in una scuola serale poiché la mattina andavo ad aiutare a fare delle preparazioni in un ristorante (ovviamente non ero retribuito 😅).

Insomma ho fatto la gavetta!

Come è nata la tua passione per la cucina?

Sicuramente la passione per la cucina è nata vedendo la mia nonna paterna all’opera ai fornelli.

Nei primi anni d’età sono stato praticamente cresciuto da lei, poiché i miei genitori dovevano lavorare entrambi e mi ricordo che ero sempre affascinato dai profumi che sentivo venire dalla cucina e vederla all’opera era un gesto d’amore che faceva nei miei confronti che sicuramente mi ha catturato.

Da quanto vivi in Corea? Busan è stata la prima città coreana in cui hai vissuto?

Vivo in corea da un anno ed ho vissuto solamente a Busan anche se poi ho visitato per piacere Seoul e Jeju island, che è una località rinomata dove i coreani vanno a trascorrere le vacanze soprattutto in estate.

4Quali sono le differenze maggiori di lavorare in un ristorante italiano in Corea da uno in Italia?

La differenza più grande tra i ristoranti coreani e quelli italiani sta molto nell’organizzazione del lavoro nella cucina.

Mi spiego meglio: in Italia si organizza il lavoro basandosi sulla cosiddetta “brigata”, un gruppo di cuochi alla quale ciascuno viene affidato un reparto di cui occuparsi. La brigata comprende anche i lavapiatti.

Nella maggior parte dei ristoranti coreani questa suddivisione non esiste, tutti devono fare tutto. Un cuoco deve cucinare, lavare i piatti e le stoviglie, etc… Non c’è una suddivisione in reparti.

Quali sono le differenze culturali che hai notato da subito tra Italia e Corea?

Le differenze culturali tra Italia e Corea sono enormi, si potrebbe parlare di queste per giorni.

Sicuramente la differenza più evidente che ho notato è che è molto difficile esprimere la propria vera personalità; mentre noi italiani siamo molto espansivi anche nel dimostrare i nostri sentimenti, i coreani tendono a tenersi tutto dentro.

E’ difficile che qualcuno ti dica realmente come si sente quando chiedi “come stai?”

Quale piatto italiano ti piace cucinare di più?

Sono un grande amante dei risotti e mi diverto moltissimo anche a cucinare la carne, in particolare il manzo.

Avete dovuto adottare delle modifiche ai piatti per poterli far trovare più gradevoli al palato coreano? Se sì, puoi farci alcuni esempi?

L’ostacolo gustativo più grande all’inizio del mio percorso in Corea è stato sicuramente il sale. Loro hanno una concezione della sapidità molto diversa dalla nostra poiché per salare le pietanze usano spesso marinature o salse al posto del sale da cucina, perciò ho dovuto adattare il mio palato al loro.

Ci sono similitudini tra la cucina coreana e quella italiana?

L’unica vera similitudine tra la cucina coreana ed italiana è la convivialità del pasto. Per loro come per noi sedersi davanti ad una tavola a mangiare e bere con altre persone è un qualcosa di sacro e la convivialità va onorata.

Quale è il piatto coreano che preferisci?

Esistono tantissimi piatti che amo della cucina coreana ma sicuramente tra tutti ci sono le zuppe. Sono dei veri maestri nel prepararle.

C’è un ingrediente coreano che ti piace o che secondo te si sposa bene con la cucina italiana?

Il mio ingrediente coreano preferito è sicuramente l’immancabile kimchi ovvero cavolo cinese fermentato che viene usato come accompagnamento a carne o pesce ma anche dentro le zuppe.
Un ingrediente tipico coreano che si potrebbe sposare con la cucina italiana è la yuja molto simile alla nostra arancia.

INSTAGRAM di Chef Lorenzo:

https://www.instagram.com/papichef937/

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